el pan
Il pane veniva giornalmente portato direttamente nelle case dal fornaro o da un suo garzone.
In Conca, dal 1949 al 1964 con la sua bici attrezzata con due voluminose ceste di vimini, successivamente, fino al 1964, con un’Ape, c’erano Tarcisio Rovaldi, gioviale garzone della Cooperativa di Consumo di via Trieste, ed Ennio Noardo sempre dello stesso negozio.
Anche i panifici Smania di via Dante, Ferracina di via Chilsesotti e Gianesini della Piazzetta in Conca erano attrezzati per le consegne a domicilio.

la frutta e verdura
Per la frutta c’erano alcuni frutaróli che con le loro mercanzie giravano per tutte le vie del quartiere. Si ricorda Francesco Pilotto Bombolo Caldognaro (proveniente da Caldogno), che fin dagli anni ’50, con un carro trainato da un grosso cavallo bianco, passava tre volte alla settimana. In seguito i figli, Silvio e Rino Bei, con un camioncino sostituirono il padre. Per richiamare l’attenzione delle massaie erano soliti urlare a squarciagola “Bei Bei, pumi, piri, patate, catalogne qua donee!”.
Due loro figli, Valerio e Nicola, passano ancora oggi per le strade del nostro quartiere.

el late
Fino al 1958 il latte veniva distribuito due volte al giorno ed alla domenica mattina per le vie della Conca con il brènto, che era un fusto di rame provvisto di un rubinetto per poter riempire le miʃure da late da un litro o da mezzo litro, latte che veniva poi travasato nel recipiente del cliente il quale poteva scegliere di pagare subito o a fine settimana. Per avvisare del proprio arrivo le lataróle usavano una trombetta di ottone e molte di loro erano della Conca: la Nana Dal Ferro e Maria Basilia Corrà Casarotto (la Maria del late) che avevano lavorato da ragazzine presso la Filanda Rossi fino alla chiusura, Carla Pigato, Ina Saccardo e Giannira Balasso, Maddalena e Carlina Testolin, Maria Conzato Miola, Bertilla Vellere che ha preso il posto di Anna Dal Ferro, Beta del late Grazian, Caterina Rizzi, Luigia Trecco che ha preso il posto della Marisa Rossi dal 1980 al 1990, Neta Mosele, Luśia Mosele, Gemma e Bianca Mion, Beta Brusaterra, Regina Sola, Bepi Santacatterina, Nelo Late Marzaro.
Abbandonato il brènto cominciarono ad usare il triciclo che però era molto facile ribaltare perché poco stabile e i cesti con il latte pastorizzato e le bottiglie di vetro a rendere erano molto pesanti. In seguito si passò ai sacchetti di plastica ed infine alle scatole di cartone e bottiglie di plastica attuali.

1962 – Con il triciclo le lataróle Nea Corrà, Maria Corrà ed Elisabetta Grazian con Sante Casarotto marito di Maria (Giuseppe Rizzi)

el formàjaro
La signora Rina Puina Dal Zotto di via Chilesotti girava per le famiglie con due spòrte vendendo puine (da qui il soprannome) e formaggio. Il lunedì mattina aveva il banco al mercato in Piassa dei Formàj (oggi via Fogazzaro) dove si poteva acquistare anche el formàjo coi bai (con i vermi).
Anche Toni De Longhi di via Rasa aveva il suo banco al mercato.
Gaetano Peron di via G. Marconi (boaro dei Marola) girava per le vie con il suo caratteristico triciclo color verde.

el gelataro
Per le strade della Conca, a giorni alterni, passava Angelo Maran (e prima di lui suo padre Antonio). Abitavano in via S. Filippo Neri ed in seguito si sono trasferiti in Ca’ Pajella. Con il suo triciclo ed in seguito con una Lambretta modificata, vendeva gelati che costavano 10 lire. Nei mesi invernali vendeva i coni con la panna montata. Si fermava in posti prestabiliti e, con una caratteristica trombetta, richiamava l’attenzione della gente.

el dolse
Negli anni ’60, una volta al mese, era solito passare per le case della Conca un signore proveniente dalla Toscana che, con una FIAT 1500 provvista di un altoparlante posizionato sulla cappotta dell’auto, richiamava l’attenzione della gente per vendere un dolce bussolao ed una bottiglietta di vin dolse che costavano 100 lire.

el careghéta
Un paio di volte all’anno passava el careghéta, un ambulante che rimetteva a nuovo il sentare (sedile) delle caréghe (sedie) che erano, fino all’arrivo di quelle in vinilpelle, impagliate.
Faceva anche el moléta (l’arrotino) e le massaie gli consegnavano i coltelli e le forbici da affilare. Riparava anche gli ombrelli.

el zampognaro
Verso Natale, passavano per le strade della Conca i zampognari provenienti dall’Abruzzo. Indossavano i vestiti tradizionali fatti di pelle di pecora e i pantaloni di fustagno. Uno suonava la zampogna, l’altro una trombetta e passava per le case per raccogliere un’offerta.

el polastraro
E chi non si ricorda della Mora Polastrara da Zanè che con il pollame all’interno di due grosse gabbie, appese ai lati della bicicletta, girava per le varie strade della zona anche con uova fresche e di Giovanni Dal Zotto di via S. Giovanni Bosco che vendeva anche altri animali da cortile.
Ninin dea Cia vendeva conigli e maialini da latte, con una motocicletta Guzziti rossa provvista di due capienti sporte agganciate ai lati, eseguiva le consegne degli animali.

Questo articolo è tratto dal libro:

2014

La Conca racconta

Ricordi raccolti dalla viva voce dei concati© G. De FranceschiInfo ››