Lungo la strada che porta a Rozzampia, c’era una diramazione che andava verso l’aperta campagna (ai Prà Novei) e la statale per Vicenza e fino agli anni ‘60, per attraversare la Roggia di Thiene c’era solamente un traballante e stretto ponticello pedonale formato di assi di legno (spesso ne mancava qualcuna) fissate a due vecchi binari del treno, largo meno di un metro. I veicoli (pochi o i carri dei contadini) dovevano guadarla, scendendo la riva da una parte e risalendo dall’altra. La strada era in terra battuta ed ai lati c’erano due siepi di spin del Signore che spesso foravano le gomme delle biciclette. Una volta una persona è deceduta cadendo sul greto della roggia e battendo la testa.
Fino agli anni ’60 passavano per il ponticello anche molti operai in bicicletta: in tutte le stagioni e con qualsiasi tempo, partivano all’alba dalla zona di Sarcedo, andavano a lavorare al Lanificio Marzotto di Valdagno e ritornavano alla sera. Dovevano affrontare molti chilometri, e, arrivati a Malo, salire lungo la tortuosa strada del passo di Priabona e scendere poi verso la città laniera.
Una volta, l’Autore all’età di sei anni, mentre stava andando ai Prà Novei con lo zio Giovanni Balasso, che assieme al fratello Antonio coltivava i campi vicini al ponte, ha visto una persona anziana che doveva guadare la roggia con un musso ed un carretto. Quando arrivarono vicino all’acqua il musso non ne voleva sapere di passare e cominciò a retrocedere. Arretrò parecchio e il bambino chiese allo zio “cosa sta facendo il musso?” lui rispose “sta ciapando la scónsa par saltare via l’acqua”.
I ragazzi della Conca si divertivano ad ammucchiare dei sassi nella roggia per formare una ròsta (diga) che innalzava il livello dell’acqua e formava un piccolo “laghetto” dove potevano sguazzare.
Il ponticello in legno è stato tolto quando è stato costruito un ponte in muratura che, troppo debole per il passaggio di grossi carichi, dopo qualche tempo è stato rifatto con una portata superiore.
Poco più avanti c’era, fino al 1978, un passaggio a livello lungo la linea ferroviaria Vicenza-Schio.
Una volta le sbarre di chiusura erano comandate dall’operatore del casello ferroviario posto al km 21+021 vicino al Ponte de Fero. Prima del passaggio del treno (quello merci era a vapore), suonava una campanella e tramite lunghissimi cavi che correvano a fianco dei binari, agganciati ad una grande manovella manovrata manualmente, si abbassavano le sbarre. Era abitudine della gente che transitava, passarvi pericolosamente sotto abbassandosi e piegando la bicicletta. In seguito, dopo le continue lamentele delle persone che dovevano attendere molto tempo ferme dietro le sbarre abbassate, il casellante è stato spostato al posto di guardia nelle adiacenze del passaggio a livello. Il passaggio a livello è stato eliminato quando è stata costruita la superstrada Thiene-Bassano del Grappa con un sottopasso situato più a nord.
Il 4 ottobre del 1970, nelle adiacenze è stato inaugurato l’aeroporto Arturo Ferrarin che occupa un grande appezzamento di terreno di proprietà comunale denominato Prà Novei. Fino ad allora i novanta campi della tenuta che erano irrigati dall’acqua dell’adiacente roggia, erano dati in affitto a molti contadini della città. A seconda di quante mucche possedevano, venivano assegnati uno o due campi da coltivare a foraggio. Anche i quattordici campi confinanti, sempre di proprietà comunale e denominati Prà dea Coeta separati solo da un fosso, erano dati in affitto.