La contrada della Conca è una delle più antiche di Thiene ed ha origini sicuramente medioevali: viene infatti nominata per la prima volta in un documento del 1284 conservato nell’archivio storico comunale.
La Conca costituiva uno dei tre borghi in cui era strutturata nel medioevo la nostra Terra di Thiene, che contava allora poco più di un migliaio di abitanti, assieme al Borgo del castello, l’attuale Centro Storico, e al “Caput Villae”, l’odierna San Vincenzo.
La fisionomia urbana di Thiene era quella di una città, meglio sarebbe dire di un paese organizzato per “borghi” e caratterizzata da una serie di case costruite lungo le principali vie di accesso e di attraversamento, case che si aprivano in ampie corti interne dove si alimentavano le relazioni sociali tra gli abitanti, con la stalla, il fienile e l’aia che precedevano gli orti e la campagna.
La Conca si presenta comunque piuttosto articolata fin dal Medioevo se in un documento dell’Archivio del castello Porto-Colleoni-Thiene la distingue in tre parti e precisamente in “Conca di sopra”, “Conca di mezzo” e “Conca di sotto”.
Nella contrada possedevano case le sorelle Montemerlo, l’arciprete di Thiene, i Da Porto, i Da Marano e altre famiglie nobili o benestanti dell’epoca tanto che Rizieri Zanocco, nel suo volume “Thiene nell’età di mezzo”, la definisce una delle contrade più abitate e ricercate di Thiene.
È sicuramente curioso ed interessante un atto di compravendita del 1284 in cui le sorelle Palma ed Aldeita, figlie di Marcio da Montemerlo, appartenente alla famiglia dei conti Maltraverso proprietari di gran parte del territorio dell’Alto Vicentino, vendevano diversi beni ai fratelli Verla, tra cui un sedime, cioè un appezzamento di terra con casa in contrada della Conca presso gli eredi del fu Ope e presso Gabaino di tonso, cioè di un tosatore di pecore, vicino alla strada pubblica. E ancora nella stessa contrada un altro sedime dove abitava Giovanni di Gabaino vicino al fratello Vitale e presso Leonardo di Giacomino, e un appezzamento di terra arativa di circa tre campi con pergolati di viti in contrada detta Rasa, lavorato da Pietro Strino e poi tre campi attraversati dalla Rozola.
Villa Cornaggia
E a conferma dell’importanza che la Conca sta acquisendo, nella seconda metà del Quattrocento i nobili Thiene vi edificano una stupenda villa, ora conosciuta con il nome di “Villa Cornaggia”, progettata forse dal quel Domenico da Venezia che costruì per i Da Porto il Castello. Uno splendido esempio di stile gotico veneziano con tre archi massicci che delineano il centro della facciata e una trifora, elegante e leggera, al piano superiore.
Oratorio S. Girolamo
Nel 1470, accanto alla Villa, il nobile Giacomo Thiene, noto come il valoroso condottiero che nel 1487 guidò i Thienesi all’assalto del Castello di Rovereto, costruisce un cappella gentilizia, l’oratorio di San Girolamo che diventa negli anni la chiesa del borgo, punto d’incontro e di riferimento spirituale per tutti gli abitanti della contrada.
A testimonianza degli insediamenti che le nobili famiglie fecero nelle campagne thienesi, resta ancor oggi, poco distante, un fabbricato colonico costruito tra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento con annessa una splendida “Colombara”, in origine patrimonio della famiglia Da Porto. Una torre forse all’inizio costruita con scopi difensivi e poi adibita in un secondo momento a pacifica “colombara” e abbellita con eleganti finestre ad arco e fregi interni con decorazioni floreali e stemmi di nobili famiglie.
La Colombara
Nel Quattrocento e nel Cinquecento sorgono altre case e grosse costruzioni rurali con tezze e barchesse, proprietà di famiglie nobili che possedevano anche diversi appezzamenti di terra spesso recintati da mura, chiamati “clausure” o “cesure” o “barchi” che si estendevano ad oriente verso Bodo e Sarcedo, a sud verso Rozzampia e Villaverla, e ad ovest verso Molina e Marano.
La Conca, dal primitivo nucleo medioevale, si sviluppa così nel corso dei secoli con notevoli e importanti insediamenti allargando sempre più il territorio della contrada.
Lungo l’anello di strade che mena in Conca (le attuali via De Marchi, De Muri Grandesso, Chilesotti e San Rocco) lungo la duecentesca Roggia che porta copiose da Santorso a Thiene le acque del Timonchio, sorge il “Mulin del Zanibò” come si può vedere in una colorata mappa del 1617 e più avanti il Monastero delle monache Dimesse con la barocca Chiesetta della Concezione.
Le Dimesse
Nel 1582 era sorto “El Tezòn” per la fabbrica del salnitro (polvere da sparo), poi Parco del Palazzo Chilesotti, e nel Seicento il Palazzo Tonazzi (El palasseto dee robe vèce), un “filatoio da seda” diventato poi nell’Ottocento il Bottonificio Facchinetti, un raro esempio di archeologia industriale, e ancora la filanda Rossi, la conceria Munarini.
Merita infine almeno un cenno un’attività lavorativa tipica, legata alla Conca: quella dei “scarpari”, ciabattini e calzolai che operavano nelle corti della contrada tramandando nei secoli un antico mestiere che i documenti attestano già praticato dai “cerdones”, ossia dai calzolai dei secoli XIII e XIV.