Nel 1954 alcuni proprietari terrieri della Conca e di Sarcedo che possedevano i campi a fianco di via delle Robinie decisero di scavare un pozzo per assicurarsi l’acqua indispensabile alle loro aride campagne.
Dopo aver anticipato parte della somma necessaria, il lavoro fu commissionato alla ditta Cappozzo di Sarcedo e fu avviato all’angolo della proprietà Galvan.
Di diametro molto ampio, il pozzo venne scavato quasi tutto a mano e le pareti vennero rinforzate con il cemento. Il primo stralcio scese fino a 35 metri, il secondo si fermò a 70 metri dove fu trovata l’acqua. Venne poi scavato fino a circa 100 metri con una benna.
Purtroppo sorsero parecchi imprevisti: era difficoltoso far arrivare l’acqua in superficie attraverso il tubo di ben 25 centimetri di diametro. Il Comune di Padova, che attingeva il prezioso liquido dalla stessa falda a Novoledo come attualmente continua a fare, protestò perché temeva ne venisse prelevata troppa ed era preoccupato per una eventuale carenza nei suoi approvvigionamenti; inoltre si constatò che l’acqua era troppo fredda per l’irrigazione dei campi.
Il pozzo venne abbandonato e mai utilizzato.
È rimasto per molti anni coperto solamente da alcune tavole che con il passare del tempo sono marcite. I ragazzini della zona vi salivano sopra e si divertivano a far cadere all’interno i sassi per ascoltare il tonfo che producevano al contatto con l’acqua. Al suo interno è stato buttato un po’ di tutto. Era molto pericoloso.
Il pozzo è stato coperto e messo in sicurezza con un sigillo in cemento solamente alla fine degli anni ‘80, quando sono iniziati i lavori di costruzione delle prime case attigue.
Un secondo pozzo venne costruito anche nelle adiacenze delle Quattro Strade ma i lavori di scavo, giunti a 35 metri, furono sospesi.
L’acqua del pozzo situato vicino al passaggio a livello in fondo a via Masere, inaugurato a metà degli anni ’50, veniva usata dalle famiglie della zona per gli usi domestici e per l’irrigazione dei terreni circostanti dopo averla riversata, perché troppo fredda, in quella della roggia adiacente.
In occasione del rifacimento di piazza Martiri della Libertà, è stato riportato alla luce e ricostruito un altro antico pozzo che era stato interrato. Si ricorda che un tempo vi veniva attinta un’ottima acqua.