Approfondimento del luglio 2023.
(Fra qualche tempo cercheremo di allegare alcune foto dei ragazzi mentre svolgono varie attività)

L’Istituto era autosufficiente.
I cancelli erano sempre chiusi, dall’esterno non si poteva vedere all’interno. Potevano entrare solamente i dipendenti, famigliari e parenti degli ospiti, persone che prestavano la loro opera caritatevole.

Fra gli anni 1958 e 1969 gli ospiti erano circa 1000.
C’erano studi medici, studi di assistenti sociali, scuole, campo sportivo, campo di calcio, palestra, sala teatro e cinema, chiesa, laboratori per legatoria, calzoleria, meccanica, tessitura, falegnameria, sartoria, forno, cucine, lavanderia.

Nel mese di marzo veniva consegnato ai ragazzi il materiale per la costruzione dei desiderati aquiloni. Loro, con la carta e i bastoncini, si mettevano all’opera e in meno di un quarto d’ora l’aquilone era costruito. Per completarlo ci volevano le code, solo così infatti avrebbe potuto innalzarsi bene. C’era una forte competizione per farlo più bello degli altri. E poi via, a farli volare con il venticello primaverile. Spesso gli aquiloni si impigliavano tra i rami degli alberi o “rubati” dai ragazzi all’esterno dell’istituto.

La macchina da proiezione del cinema era una 16 mm.
Nella piccola ma affollata sala si ricordano i film: “Un cowboy con il velo da sposa” e “I dieci piccoli indiani”.

Dal 1972 al 1975, nel periodo estivo, i ragazzi, accompagnati da giovani del Patronato San Gaetano parteciparono a “campeggi” in ex scuole della Val Posina e dell’Altopiano di Pinè. Fu un’esperienza bellissima per quei ragazzi che uscivano raramente dall’istituto.

Nel 1975 erano ospitati 340 ragazzi: 117 dalla provincia di Vicenza, 70 da Padova, 20 da Rovigo, Torino, Verona, Venezia, Udine, una decina da Belluno, Treviso, Mantova, alcuni da Bolzano, Trento, Pordenone, Reggio Calabria, Firenze, Ravenna, Ferrara, Milano, Sondrio.

E chi non ricorda la Superiora Suor Emma che girava per i viali interni in bicicletta per spostarsi fra le varie “Case”: quella Verde, quella Rossa, la Casa Azzurra, la Gialla, quella Arancio.

Le visite da parte dei genitori erano possibili tutti i giorni e durante il periodo estivo i ragazzi rientravano per un mese in famiglia ed inoltre venivano favoriti i rientri settimanali in famiglia.

L’equipe medico-psico-pedagocica era composta dal dott. Emilio Massa, dal dott. Giuseppe Bulgarini, dal dott. Bepi Busato, dalle assistenti sociali M. Rosaria D’Amelia e Gabriella Trivellato, dalla Prof.ssa Attilia Sartori, da educatrici e tecnici specializzati, dall’infermiera capo reparto e dalla Suora Superiora e per la ginnastica dal prof. Oddone Dal Santo.

Nel corso degli anni il numero degli ospiti e del personale è andato via via diminuendo e nel 1980 l’Istituto è stato definitivamente chiuso e gli ultimi 15 ospiti sono stati trasferiti presso la struttura “Il Cardo” di Montecchio Precalcino.

Nel 1983 il Comune di Thiene ha acquistato tutta l’area nel cuore della Città di ben 43860 mq.

Con questo articolo pensiamo di far ricordare ai ragazzi alcuni momenti trascorsi in istituto anche se sappiamo che per molti quel periodo non è stato dei più belli.

Scriveteci le vostre esperienze vissute in istituto, farà piacere a tutti ricordare.

In allegato abbiamo aggiunto l’elenco dei “ragazzi” che in questi anni ci hanno scritto delle loro esperienze vissute anche se di qualcuno sappiamo solo il nome o solo il cognome.
Auspichiamo che se ne possano aggiungere altri.

Ciao a tutti.