Fino agli anni ’70, prima del grande sviluppo urbanistico della Conca, per indicare le varie località della nostra zona si usavano diciture molto particolari, inerenti a qualcosa che caratterizzava quel luogo. Di seguito elenchiamo le più ricorrenti.
ʃo par le mure: si intendeva la strada che dalla Piazzetta Martiri della Libertà scende verso Rozzampia e che era costeggiata da mura: Strada Nova. La Strada Vècia era l’attuale via S. Giovanni Bosco.
Dae Suore: per indicare il fabbricato all’angolo fra piazza Martiri della Libertà e via dei Quartieri.
Cul del Saco: la parte iniziale di via S. Giovanni Bosco fino alla biforcazione con via S. Filippo Neri. Era così chiamata perché una volta la Conca terminava lì.
San Ghitan: si intendeva il complesso della Chiesa di S. Girolamo e San Gaetano e del Patronato Maria Ausiliatrice. Così denominato perché in via S. Gaetano creando spesso confusione con il Patronato S. Gaetano dei Padri Giuseppini in via S. Maria Maddalena.
Curva De Meda: la grande curva che c’è lungo via S. Gaetano, con la fattoria della famiglia De Meda.
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Case popolari: il gruppo formato da sei condomini, costruiti nel 1946, lungo via S. Gaetano.
Bar California: il bar in via S. Filippo Neri, attualmente denominato Cocco Bongo.
Foro Boario: il complesso, dove attualmente c’è la stazione degli autobus, le cui pensiline venivano utilizzate per la compravendita del bestiame.
Da Amo o alle Quattro Strade: si intendeva la zona a sud della Conca attorno al bar da Amo e all’incrocio per Rozzampia, Sarcedo, Ca’ Orecchiona.
Ca’ Reciona: dopo le Quattro Strade, oltre la Conca, lungo la strada verso Montecchio Precalcino.
Colombina: in via delle Robinie c’è una casa colonica che era abitata dalla famiglia Ferretto, il cui
soprannome era Colombina.
Prà Novei: era fuori dalla Conca ma si indicava la zona, raggiungibile dalle Quattro Strade e da via Masere, dove attualmente c’è l’aeroporto.
Ai luamari: la zona vicina al deposito di immondizie utilizzato fino agli anni ’80 in via S. Giovanni Bosco.
Ponte de Fero: la zona lungo la strada per Vicenza vicina al ponte ferroviario che fino agli anni ’70 era in ferro.
Masare: via Masere, la strada che fiancheggia la strada provinciale per Vicenza, vicina al Ponte de Fero e che una volta conduceva in aperta campagna e all’aeroporto.
Madòna dei Orti: al capitello, dedicato alla Madonna, tuttora esistente, in via S. Rocco all’angolo con via Degli Orti.
San Roco: la zona attorno alla chiesetta dedicata a San Rocco lungo l’omonima via.
Prà dei Morti: era così denominata la zona retrostante la chiesetta di S. Rocco perché durante la pestilenza del 1600 vi furono sepolte molte persone.
Ma-seo: in via S. Rocco dove fino agli anni ’60 c’era il macello comunale.
Feracina: era la zona all’incrocio fra via Chilesotti, De Muri Grandesso e S. Rocco dove all’angolo c’era il panificio/caʃolìn della famiglia Ferracina.
Contrà Rovere: l’attuale via Dell’Eva.
Lavatoi: in fondo a via Rasa, fino ai primi anni ’60, c’erano una fontana pubblica ed alcune piccole costruzioni apposite dove le casalinghe si recavano a lavare la biancheria perché non avevano l’acqua in casa.
Ponte dei Quarèi: la zona, anche se limitrofa alla Conca, dopo via Dell’Eva con il ponte ferroviario in mattoni.
ʃo par la Stasion: via G. Marconi, dalla stazione ferroviaria fino al Ponte de Fero.
Stasion: anche questo complesso, seppur appena fuori dai confini della Conca, veniva spesso nominato per la sua importanza.