Lo storico macello di via S. Rocco, al quale si accedeva attraverso un portale con pregevoli decori in gesso raffiguranti teste di animali, è stato operativo fino al 1961, anno in cui è stato inaugurato il nuovo e più moderno edificio, provvisto di un piccolo depuratore, in via Masere, chiuso definitivamente nel 1991.
Il vecchio edificio è stato demolito per far posto ad un condominio.
Dal 1930 al 1967 il custode è stato Angelo Mojentale, in seguito sono subentrati prima Ciso Maran Tarcisio Conzato con la sua famiglia ed infine Mario Sperandio.
I numerosi becari (macellai) di Thiene e dei paesi vicini, per approvvigionarsi della carne da vendere nei propri negozi, acquistavano direttamente l’animale e poi lo macellavano, di martedì o di giovedì, nella struttura comunale. Per molti anni il veterinario del macello è stato il dr. Leandro Pigato.
Si ricordano i massanti (norcini) che vi lavoravano: Padovan di via Rasa, Romano Romere di via Ca’ Beregane, Balasso.
Durante i mesi invernali, venivano uccisi anche i maiali: il custode doveva, di buon’ora, accendere il fuoco e scaldare molta acqua che serviva poi per la macellazione. C’erano molte persone della Conca (c’era tanta fame) che facevano la fila per recuperare il sangue degli animali per fare la sanguéta e qualche dolce.
Fra gli anni ’40 e ’50 Giovanni Dal Zotto di via De Muri, poliomielitico, con la sua carrozzina a tre ruote (per procedere girava manualmente una manovella che trasmetteva il movimento, tramite una catena, alle ruote), passava per le strade della Conca e di Thiene, urlando: “vardè che ghe se carne al mà-seo, chi che voe vada a comprarla” (“c’è della carne al macello, chi vuole può andarla ad acquistare” – era carne in eccedenza lasciata dai macellai).
In cambio riceveva una piccola ricompensa.
L’acqua che serviva per lavare le bestie macellate e la struttura veniva scaricata direttamente nella Roggia di Thiene che passava sul retro.
Uno dei primi telefoni della zona era quello di proprietà comunale all’interno dell’abitazione di Angelo Mojentale. Le famiglie del vicinato, in caso di bisogno, si rivolgevano a lui per effettuare qualche telefonata.