Di seguito alcuni cenni sulle aziende della Conca.

Dal dopoguerra, fino ai primi anni ’60, in via S. Rocco, poco oltre il capitello dedicato alla Madonna, dove attualmente sorge il complesso di tre condomini, c’era il Calzaturificio Antonio Balasso soprannominato Toi.
I proprietari erano i fratelli Caterina (Nea), Francesco (Chichi), Antonio (Toni), Domenico (Nico), Angelo (Angelino), Luisa.
All’interno dell’azienda venivano eseguite quasi tutte le lavorazioni di assemblaggio delle scarpe ed alcuni lavori venivano fatti fare all’esterno da varie persone della Conca.
Al massimo della sua operatività gli operai hanno raggiunto il numero di cento.
Il capannone era a volto molto alto e d’inverno, per riscaldarlo, c’erano solamente due o tre stufe nelle quali veniva bruciato di tutto: sécolete (ritagli di tomaie), legna. Gli operai per scaldarsi erano soliti appoggiare dei sassi sopra alle stufe e poi se li portavano nel proprio posto di lavoro per togliersi i diàvoli (formicolii) dalle mani.

( Maria Barausse )

1956 – Gita al lago di Garda delle maestranze del Calzaturificio Balasso di via S. Rocco. Si riconoscono: Giovanni Vanzo, Saggin, Pietro Vezzaro, Nico Poscoliero, Sudiero, Bonifacio Casarotto, Miro Casarotto, Sergio Bonin, Maria Busa, Carla Casarotto, Maria Barausse, Angelina Ballardin e Annamaria Sudiero                (Maria Barausse)

Questo articolo è tratto dal libro:

2014

La Conca racconta

Ricordi raccolti dalla viva voce dei concati© G. De FranceschiInfo ››