Tutto inizia con l’arrivo di don Pietro Bonato chiamato comunemente dalla gente della Conca e della Città di Thiene don Pieretto. È nominato mansionario della Chiesa di San Girolamo e San Gaetano e ogni sera celebrava, con tradizionale solennità all’altare della Madonna in Duomo, la S. Messa e predicava con fervore.
Don Pietro, nato a Campolongo sul Brenta nel 1889 e nominato sacerdote nel 1913, dopo aver vissuto in prima linea come semplice militare le vicissitudini della 1^ Guerra Mondiale in un reparto di sanità e di disinfezioni, in prima linea a raccogliere i feriti e i morti, aveva anche lui tenuto per mano il suo mulo per lungo tempo, nei traslochi e nei camminamenti delle trincee.
Dopo aver prestato la sua opera presso alcune parrocchie dell’Alto Vicentino (a Mure di Molvena e a Cogollo del Cengio) da novembre del 1922, fino alla morte, avvenuta il 18 maggio del 1960, ha svolto il suo apostolato in Conca. Si è stabilito nella vecchia casa attigua alla Chiesa, il primo anno ha vissuto da solo e in seguito è stato raggiunto dal papà Valentino, dalla mamma…………., dalla sorella Gina e dal nipote Pieretto.
Ha cominciato ad accogliere nella sua cucina, nel tinello, in corridoio (non esistono altri locali) i bambini per la Dottrina Cristiana e i giovani per far trascorrere loro delle ore liete.
Aveva vissuto a fianco a fianco con la povera gente tribolata, ora si trova fra la povera gente della Conca.
La Grande Guerra del 1915-18 è terminata da pochi anni, chiudendo una lunga serie di lutti, di dolori, di ansie. La povera gente si dibatte in difficoltà economiche gravi: non c’è lavoro, non esiste tranquillità, dilaga l’ozio, sorgono idee torbide, si fomentano rancori.
La Conca presenta un aspetto squallido: case malsane, bambini denutriti accovacciati lungo il marciapiede delle strade, senza scarpe e calze, una camiciola stracciata, giovanotti disoccupati con l’animo sconvolto dalla recente guerra seduti in lunghe file sui marciapiedi. Solo i bambini fanno chiasso: il loro campo di giochi è la strada. Il candore e l’esuberanza dell’età sono le loro sole ricchezze. Cosa importa se il vestito è dimesso, se le scarpe non ci sono, se il pane è un lusso della domenica? Ma per quanto potranno durare l’innocenza, la serenità? Quante famiglie che hanno la possibilità e la capacità di salvaguardare tali tesori?
In questo ambiente arriva don Pietro Bonato, giovane sacerdote ricco di fede in Dio e nella Madonna. Di umili origini, provato alle difficoltà della vita dai lunghi anni di guerra che aveva trascorso, fante fra i fanti, capisce la gravità della situazione e corre subito ai ripari.
Ma chi si interessa di queste povere persone? E è proprio in tale situazione che viene ad inserirsi don Pietro Bonato, incaricato dalle autorità religiose ad aprire un Patronato per la gioventù, visto il bisogno di quella popolazione. Ed eccolo raccogliere i giovani in cucina, poi costruire una piccola sala, poi un piccolo teatro, poi sale ancora.
Il seme è gettato; non impiegherà tanto tempo a germinare e svilupparsi. Piano piano anche gli adulti cominciano a frequentare il “Ricreatorio”, per vedere cosa fanno i piccoli, dapprima, poi perché don Pieretto è alla mano.
Dopo un anno e mezzo don Pieretto dà vita, con alcuni giovani volonterosi, alla prima associazione, quella degli Esploratori; poi fonda l’Azione Cattolica e la Filodrammatica, nel 1945 il Calcio Robur e varie altre iniziative.
Egli tenta ogni mezzo per legare a se ed alla Chiesa tutti. Entra nelle case a portare una ricchezza: la parola buona, l’incoraggiamento, l’invito a confidare in Dio. Anche se qualche volta conosce delusioni ed asprezze, non si arrende. Ritorna dall’indifferente, visita il violento, sorride allo sfiduciato.
La nuova piantina cresce in fretta, il gruppetto iniziale diventa schiera. Il teatrino, frutto di sacrifici non lievi, e la compagnia filodrammatica, senza mezzi e pretese, riescono a svagare la gente della zona.
Ora distribuisce maglie, calze, scarpe ai bisognosi, cerca e trova lavoro a decine di giovani e così le famiglie cominciano a star meglio.
Ed ecco la Conca cambiare volto, per le strade non si vedono più ragazzi, perché riempiono di grida e giochi il nuovo Patronato, da lui diretto. I giovani sono più educati ed istruiti, le famiglie quando passa per la via il “pretino”, lo accolgono in casa come uno di loro, tanto gli vogliono bene. E così l’opera sua continua per circa quaranta anni a beneficio della gioventù e delle famiglie di Thiene.
Don Pieretto ha insegnato Dottrina Cristiana nelle scuole ed ha sempre collaborato presso la Parrocchia del Duomo come addetto contabile, sacerdote sacrista (cura degli arredi sacri e delle reliquie, l’ordine e la direzione delle funzioni religiose) e come incaricato delle pratiche relative ai matrimoni. Nel 1927 è stato nominato Vicario Foraneo.

Questo articolo è tratto dal libro:

2014

La Conca racconta

Ricordi raccolti dalla viva voce dei concati© G. De FranceschiInfo ››