Ogni anno, per la fiera di S. Giovanni, veniva a chiedere ospitalità nella fattoria De Meda, situata in Via S. Gaetano, e diretta dai fratelli Dal Maso Guido e Antonio, un mendicante cieco, accompagnato per mano da un figlioletto di circa 8-10 anni. Il mendicante si chiamava Santo ed era un uomo alto e massiccio come un corazziere, aveva gli occhi spenti e il viso sfregiato che manifestavano un’infinita tristezza. Seppi che anni addietro, aveva lasciato il Paese natio lassù sui monti del Friuli, perché la sua terra non permetteva di mantenere la moglie e alcuni figlioletti.
Aveva trovato lavoro in una miniera della Germania, a scavare carbone nelle viscere della terra, e sperava, dopo aver guadagnato un bel gruzzoletto di denaro, ritornare nella sua casetta.
Egli così robusto, non faceva tanta difficoltà nel suo nuovo lavoro. Ma il sogno non si realizzò. Lo scoppio di una mina, ritardato, traditore, lo investì sul volto e rimase cieco. Furono inutili le cure, non c’era più nulla da sperare; un dolore immenso invase l’animo del povero Santo e di tutta la famiglia. Gli fu assegnata una piccola pensione da morir di fame; fu così che si decise di mendicare con il figlioletto, nelle fiere e nei mercati. La famiglia Dal Maso, sempre buona e generosa, accoglieva sulla stalla al calduccio i due poverelli, preparava per loro un buon giaciglio di paglia e coperte, e a mezzogiorno e sera non mancava un buon piatto di minestrone. Durante il loro soggiorno, si mettevano spesso sotto il campanile o presso il palazzo Chilesotti in Via Trieste, in attesa della monetina che non tardava cadere nel cappello. A mezzogiorno tornavano alla fattoria, poi al mattino ai soliti posti, fino al termine della fiera. Facevano qualche scappatina poi anche alla fiera di Schio, subito dopo la nostra, e poi tornavano al Paesello natio, dove erano attesi dalla moglie e dai figli. Ma un triste giorno Santo e il figlio, non si videro più chiedere ospitalità alla famiglia Dal Maso. Qualche tempo dopo si venne sapere che un’auto pirata, aveva investito il figlio gettandolo nel fossato della strada, senza più speranza di vita. Il povero Santo non lo rivedemmo più. Quando passo davanti alla fattoria De Meda, mi par di rivedere Santo e il figlio seduti come facevano qualche sera, a contare le monetine ricevute in piazza dai passanti, o rosicchiare un pezzo di pane e formaggio, e allora un sentimento di pena invade il mio cuore.

Questo articolo è tratto dal libro:

1984

Breve storia della Conca

...e del Patronato Maria Ausiliatrice© G. BarausseInfo ››