Cristiano Andretta Spacafero, che aveva dei grandi mostaci (baffi), in via S. Filippo Neri era specializzato nella riparazione delle ruote in ferro e legno dei carri e nella fabbricazione di inferriate per le finestre. Aveva una grossa fuʃina (forgia) a carbone: era sempre in mezzo al fuoco.
Jijo Mola Fabreto Jasinto Vanzan abitava in via Chilesotti, nella stessa abitazione della famiglia Casarotto ora abbattuta, all’ingresso dell’attuale Parco Chilesotti, ha avuto 11 figli. All’interno di una caʃota all’inizio di via S. Filippo Neri, che venne poi demolita per far posto al bar California, faceva vari lavori in ferro e riparava piccoli oggetti. Per i ragazzi del vicinato realizzava rudimentali pattini per slissigare sul ghiaccio, anche se loro spesso lo facevano arrabbiare. Era tarchiato, grosso ed indossava sempre una pesante travèrsa in mascaisso (cuoio molto grasso).
In corte Brusaterra c’era l’anziano mistro (stagnino) Arcangelo Brusiela che aveva fatto la Grande Guerra, e con l’amico Rampon riparava varie cose: manici di pentole, tegami che avevano bisogno di qualche pezza, ecc.
Orazio Sudiero con i figli Bortolo e Luigi (Jijo) in compagnia di Doro Savio Isidoro e Nelo Calieraro Stella battevano i caliéri ed eseguivano riparazioni varie in una vecchia baraca in corte Bettanin verso la fine di via Corradini.
In via De Marchi i fratelli Dal Santo costruivano le ruote in ferro e legno per i carri agricoli.

I maniscalchi

Francesco Albertini, fino agli anni ’40, aveva la sua botéga in via Dell’Eva e Florindo, fino agli anni ’70, al Bosco nella corte dietro ai Monopoli di Stato. Molti anni fa c’era un maniscalco anche in via Chilesotti.
I ferri per i cavalli venivano preparati dal fabbro Cristiano Andretta di via S. Filippo Neri.

Questo articolo è tratto dal libro:

2014

La Conca racconta

Ricordi raccolti dalla viva voce dei concati© G. De FranceschiInfo ››